Come previsto, il Consiglio dei Ministri che si è riunito venerdì, appena la Presidente Meloni è rientrata da Bruxelles con in tasca un ok di massima da parte degli organismi europei, ha deliberato una serie di provvedimenti, concentrando la propria azione, per quanto riguarda i temi economici, in un’unica direzione, quella dell’emergenza energetica. In totale si tratta di circa € 30 MD, di cui circa € 9 MD di extragettito, derivanti dalle maggiori entrate dovute al buon andamento dei conti, con un terzo trimestre superiore alle attese, che dovrebbe consentire di chiudere l’anno con una crescita del 3,7%, eredità del Governo Draghi, oltre che facendo ricorso a “debito aggiuntivo” per circa € 22MD. Il deficit tendenziale passa, quindi, dal 5,1% al 5,6%, mentre per l’anno prossimo il Parlamento dovrebbe autorizzare di passare dal 3,4% tendenziale al 4,5%. Allo stesso tempo dovrebbe continuare la discesa del rapporto debito/PIL, che dal 145,7% di quest’anno dovrebbe passare al 144,6% l’anno prossimo, per poi scendere ulteriormente al 142,3, riavvicinandosi ai livelli pre-pandemia, quando si trovava intorno al 130%. Una discesa che, in mancanza di crescita (prevista, nella Nadef – Nota aggiornamento al documento di Economia e Finanza – allo 0,6% per il 2023 e all’1,8% l’anno successivo). I provvedimenti dell’altra sera vanno unicamente nella direzione del sostegno al caro bollette, mancando, al momento, risorse da indirizzare alla crescita, a conferma della “coperta corta” dei conti pubblici.
Su questo tema, la stessa Nadef porta a fare qualche riflessione. Nel documento, infatti, nelle pagine che fanno riferimento alla Relazione sull’evasione fiscale e contributiva, si trovano dati che fanno riflettere e aiutano a meglio comprendere i motivi (o almeno alcuni) per cui ci troviamo in questa situazione. Si calcola, infatti, che “sfuggano” al fisco non meno di € 100 MD (in realtà, nel 2019, sarebbero stati € 99,2 MD, in calo dai 102 MD dell’anno precedente). Di questi, almeno € 27,7 MD di Iva e € 32 MD di Irpef (lavoro autonomo e di impresa): in quest’ultimo ambito, secondo la relazione, la propensione alla “fuga” dal fisco arriva al 68,7%, mentre a livello di lavoro dipendente sfuggono, a causa del “lavoro in nero”, circa € 4,6MD.
Fatti i dovuti conti, ci accorgeremmo che non saremmo così lontani dal valore della manovra da € 30 MD varata l’altra sera, di cui, come detto, circa € 22MD a debito. Altresì, forse è più facile comprendere uno dei motivi per cui siamo “sommersi” da 2.770 MD di debiti….
Sul tema energia (e, indirettamente, fisco) un recente studio aiuta a capire cosa sta succedendo alle società che operano nel settore. Si calcola che le 5 major, vale a dire le 5 più grandi società energetiche (ExxonMobil, Chevron, Shell, Total e Bp) abbiano realizzato, nell’ultimo trimestre, oltre $ 60MD di utili: da sole, Exon e Chevron ne totalizzano la metà, ma è tutto il settore che è cresciuto con percentuali stratosferiche, con incrementi che vanno da un minimo dell’84% (Chevron) fino ad arrivare al 191% (Exxon). Numeri enormi, che hanno consentito a una società come Exxon di raggiungere, in termini di utili, Apple (almeno nell’ultimo trimestre), che però vanta una capitalizzazione enormemente superiore all’azienda petrolifera.
Mattinata di rialzi in Asia. Ancora una volta si mette in luce Hong Kong, che sale di un altro 3%, seguita da Tokyo, dove il Nikkei si appresta a chiudere con + 1,21%. Appena sopra la parità (+ 0,23%) Shanghai. Positive, comunque, quasi tutte le piazze asiatiche.
Futures al momento leggermente negativi sui mercati occidentali, con cali sott il mezzo punto percentuale.
In calo il petrolio, con il WTI a $ 91,231 (- 1,61%).
Gran balzo del gas naturale Usa, che, con un + 8,25%, si porta vicino ai $ 7 (6,939).
Leggero calo per l’oro (– 0,23%, $ 1.674), dopo il forte aumento della settimana scorsa, una delle migliori dell’anno.
Spread a 214 bp, per un BTP intorno al 4,30%.
Treasury USA al 4.15% (4.12% venerdì).
€/$ vicinissimo alla parità (0,994).
Bitcoin a $ 20.817, – 1,78%.
Ps: impossibile oggi non celebrare la moto GP. Tutti oggi parlano della vittoria di “Pecco” Bagnaia, 13 anni dopo l’ultimo trionfo di Valentino (era il 2009). Ma oggi a vincere è, ancora una volta, l’eccellenza italiana, e non solo un pilota italiano. La “sua” Ducati, infatti, ha trionfato tra le case motociclistiche, e il team Ducati tra le squadre. Insomma, almeno oggi possiamo dirlo: “italian do it better”.